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Si è concluso, nella serata di sabato 18 giugno, il convegno di studi “In morte quoque non sunt divi



Con la relazione di Filippo Burgarella, Lanuino e il mondo normanno, si è concluso, nella serata di sabato 18 giugno, il convegno di studi “In morte quoque non sunt divisi”. Da Bruno a Lanuino: l’esperienza monastica dell’eremo di Santa Maria della Torre, organizzato dalla Certosa di Serra San Bruno con il contributo di diversi enti e istituzioni, tra i quali la Regione Ca...labria, il Parco Naturale delle Serre Calabrese, la Deputazione di Storia Patria della Calabria e l’editore Rubbettino. Un convegno importante perché, tramite una pluralità di “voci”, ha aperto nuove piste di discussione scientifica intorno a un argomento ancora non compiutamente esplorato dagli studiosi. In particolare, le relazioni di Rinaldo Comba, Tonino Ceravolo, Giovanni Leoncini, Silvio Chiaberto, Don Leonardo Calabretta, Roberto Bisio e Francesco Cuteri, hanno utilizzato le lenti dello storico per focalizzare temi e problemi fondamentali dell’attuale dibattito: il rapporto tra eremo e cenobio nella fondazione monastica serrese, il ruolo di Lanuino nell’evoluzione dell’eremo della Torre, le modalità di trasmissione della sua memoria, lo stato della documentazione relativa all’insediamento calabrese, il passaggio della casa religiosa ai cistercensi alla fine del XII secolo, l’analisi della figura di Landuino. Di “taglio” orientato alla disamina delle coordinate spirituali del monachesimo certosino, a partire dal suo iniziatore Bruno di Colonia e anche in rapporto ad altre esperienze come quella di Camaldoli, gli interventi di Cecilia Falchini, Dom Ubaldo Cortoni e Giuseppe Gioia. Altrettanto importante l’apporto degli studiosi, appartenenti a diverse università italiane, che hanno presieduto le tre sessioni del convegno, da Giuseppe Caridi (presidente della I sessione), al già richiamato Rinaldo Comba e a Vito Teti, che ha coordinato la sessione conclusiva. Di grande suggestione, infine, l’intervento del Padre Priore della Certosa, Dom Basilio Trivellato, che, subito dopo i saluti delle autorità civili e religiose, ha proposto una densa e penetrante riflessione sul significato della vita certosina. Un ringraziamento speciale a Bruno Tripodi, per il reportage fotografico.


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