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Covegno di studi "In morte quoque non sunt divisi", conclusa la prima sessione.


Domani, dalle 9.30, presso il Museo della Certosa, a Serra San Bruno, la seconda giornata del convegno. Conclusa la prima sessione del convegno di studi “In morte quoque non sunt divisi” presso il Museo della Certosa. I lavori, presieduti dal Prof. Giuseppe Caridi, hanno proposto ai diversi partecipanti la relazione del Prof. Rinaldo Comba, dell’Università di Milano e quella di Cecilia Falchini, che, a partire da una lettura del testo dei Titoli funebri, evidenzia come essi ci consegnino i seguenti aspetti della persona e della figura di Bruno: Bruno come credente in ricerca e in ascolto;. Bruno come uomo-in relazione;. Bruno come uomo di sapienza; Bruno come uomo e monaco semplice e fecondo. Si prosegue con l’intervento del Prof. Tonino Ceravolo, membro della Deputazione Patria per la Calabria: “l’epigrafe apposta sul più recente reliquiario – In morte quoque non sunt divisi – racchiude il senso che ha avuto, nella percezione della comunità monastica della Certosa di Serra San Bruno, custode del sacro deposito, la peregrinatio esistenziale e umana di Bruno e Lanuino, uniti in vita così come nella morte, all’insegna di un’amicizia spirituale che sembra essere una caratteristica fondamentale del comune cammino”. Si conclude con il contributo del Prof. Giovanni Leoncini, dell’Univeristà di Firenze: “E’ un dato da tempo acquisito che il secolo XI fu, per il monachesimo occidentale, il secolo delle grandi riforme: uomini dalla forte personalità carismatica dettero vita ad importanti istituzioni, molte delle quali tutt’oggi fiorenti. Un ringraziamento particolare all’amico Bruno Tripodi per il reportage fotografico.


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